“Ma che ci fai qui dall’America?”, “ma perché non sei rimasta là?”, “facevi meglio a rimanere negli Stati Uniti…”. Da prima di partire già sentivo questo genere di commenti. Poi da quando sono qui, questi commenti si sono intensificati e posso dire senza esagerare che giornalmente, conversando con le tante persone che ho la benedizione di incontrare, la prima reazione che hanno quando sentono che sono tornata in Italia per un annetto, dopo tanti anni di assenza, è quella di “disbelief”, di sconcerto, quasi di preoccupazione. Vivere è sentire. Quello che sentiamo è fondamentale, è il motore di tutto. Tutto quello che scegliamo di fare nasce da un pensiero e da un sentimento. Quasi sempre non si sa dove si va a finire. Quando ci si innamora, quando si fa un figlio, quando ci si iscrive all’università, quando si sceglie una professione, quando si accetta un’offerta di lavoro. Viviamo così, qui su questo pianeta che chiamiamo terra. La risposta alle tante domande è che non lo so esattamente perché siamo qui. È nato da un fortissimo sentimento nelmio cuore, dal desiderio che i miei figli potessero comunicare con la mia famiglia di origine, che le mie radici italiane, i ricordi di cui parlavo nel post precedente, non andassero perduti e dimenticati. E mi vengono i brividi quando vedo la mia bambina di undici anni fare amicizia con un’altra bambina di undici anni, quest’ultima di Bergamo, in vacanza qui, madre di qui, papà del nord. Perché sono qui? Se poteste vedere quello che vedo io, quando nessuno guarda, e sentire quello che sento io, quando nessuno sa, allora non direste “tornatene in America, lì si che si sta bene…”. Ma chi lo ha detto? Cosa significa stare bene? Avere un conto in banca ricco di soldi ammuffiti? Certo, il denaro ha un suo posto nella vita, così come un buon lavoro, ma come dicevo una volta ad un mio caro amico, la vita è più di un lavoro, più di un esame, più di quello che ci dice la carne. Sono qui e non vorrei essere in nessun altro posto. Almeno per ora.
PS. Ma dove le trovo queste pesche, queste albicocche, queste melanzane che non potete vedere qui, questi limoni, quesi peperoni…dove li trovo i pomodori italiani, e i fichi pugliesi???? Ma soprattutto, dove la trovo la mia gente? Tanti in America, è vero…la maggior parte, nostalgici. Cari italiani miei, l’America ce l’avete sotto gli occhi ma non la vedete così come non la vedono tutti gli americani che nel salutarmi mi hanno detto: “beata te, Giulia!”. Non sono le circostanze a rendere la nostra vita felice, non lo saranno mai. Siamo noi, che scegliamo di essere felici e grati, nonostante tutto.